Poetica

Poetica

“Poetica” è una pagina sempre in evoluzione, aggiornamento e costruzione. E’ sconnessa grammaticalmente, ma connessa con il nostro Essere.

La ricerca dell’altro.
Sono convinto che in Teatro una verità è un insieme di verità composto di tutti gli elementi presenti in un determinato momento, qualora si produca un certo tipo di combustione, di “accensione”. Gli elementi fondamentali di questa combustione sono gli esseri mani, anzi l’incontro tra esseri umani e il coraggio di andare oltre me stesso, oltre le mie convinzioni e idiosincrasie, oltre i miei fondamentalismi e restrizioni per permettere al teatro i generare questa combustione in uno spazio invisibile tra me e l’altro (il mio partner, gli spettatori, il testo, la musica, la scena…). Partire nel lavoro quotidiano di ricerca artistica con il Mulino, vuol dire partire da questi presupposti, anzi da queste domande, anzi da questa volontà di ricerca. Se penso agli ultimi nostri spettacoli riconosco una sottile linea che collega la loro diversità…questa linea, appunto, si chiama “la ricerca dell’Altro”. Partire da una non-forma, da un desiderio vivo e sincero di capire come l’altro può cambiare il mio mondo, arricchire il mio punto di vista, modificare il mio racconto è faticoso, a volte doloroso, lungo, difficile, ma è quello che negli ultimi tempi abbiamo capito essere il cuore della nostra poetica. Che si tratti di Cechov, Victor Hugo, Moliere, Shakespeare non importa. Quello che importa è cercare le radici di un senso. È capire che le forme passano, mutano, invecchiano, invece l’essere umano è sempre contemporaneo. Questi presupposti, ovviamente, hanno cambiato e continuano a cambiare il nostro modo di lavorare. Il primo compito, in sala prove, è quello di mettere fine a tutti i modelli di stereotipi, ma certo non quello di ridurre ognuno a una condizione di neutro anonimato. Spogliato dei suoi manierismi tecnici o quotidiani, un attore diventa ancora di più un essere umano, si arriva ad un punto in cui i comportamenti e i modi di esprimersi non sono più prevedibili.

Emerge una nuova situazione che mette le persone del gruppo di lavoro nelle condizioni migliori per creare insieme qualcosa che acquista un colore suo proprio. Abbiamo verificato che questo risultato è possibile soltanto se esistono determinate condizioni di lavoro: sufficiente concentrazione, sincerità, creatività. La ricerca che sviluppiamo punta a creare libertà creativa dell’attore in scena, così da vivificare ogni volta lo spettacolo e non renderlo una replica congelata. Questo espone l’attore e lo spettacolo stesso ad un grande rischio e richiede sempre, sempre presenza e concentrazione. L’attore che si è raffinato ed è in grado di stare sinceramente e profondamente con il compagno in scena, capisce tramite l’impulso, tramite la sua sensibilità sviluppata quale è il gesto “giusto” da fare per veicolare senso, come la battuta deve essere pronunciata e creerà “soluzioni” e idee inaspettate. Non escludiamo in questo percorso l’errore, anzi è parte integrante, poiché ciò che si crea è dato da “modalità istintiva, da impulso” non da una scelta prestabilita a tavolino e ricreata perfettamente. Il mio compito è di guidare questo “ripercorrere”, specificare quale strada una relazione all’interno di una scena deve intraprendere. Per questo percorso è necessaria una drammaturgia forte, poiché il testo, la parola vengono sviscerati profondamente, e sono necessari per creare la relazione tra due personaggi, ma prima di tutto tra i due attori. Una carezza data con una certa intensità può sostituire una battuta ed ecco che si procede anche così alla fase definitiva di adattamento del testo, ma può essere che dopo 4 repliche quella carezza non abbia più nulla da regalare ai due interpreti e quindi allo spettatore ed ecco che solo loro “da dentro” possono capirlo, essere così in sintonia, così insieme, da trasformare quel gesto e quella carezza cambierà, ma non varierà il senso e il significato. Questa relazione è sincera e vera, avviene realmente sulla scena, quindi non può che essere viva e creare “pericolo” per lo spettatore che rimane vigile, partecipe…Il nostro obiettivo è trovare nel teatro qualcosa che possa toccare la gente come può farlo la musica o la danza.
Marco e Il Mulino.

Seguendo tutti questi presupposti e queste convinzioni, abbiamo sviluppato e portato il nostro lavoro e i nostri spettacoli in tutta Italia e non solo, approfondisci ancora su Bio, Premi, Spettacoli.

 

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